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Svezzamento tradizionale e autosvezzamento

Principali differenze

Con il termine svezzamento si intende il passaggio da un’alimentazione esclusivamente liquida, a base di latte materno o formulato, a un’alimentazione mista, con apporto di cibi solidi o semisolidi, sempre più simile a quella degli adulti.

L’OMS consiglia di iniziare lo svezzamento intorno al 6° mese di vita. Vi sono alcune condizioni di rischio clinico in cui il pediatra potrebbe optare per uno svezzamento anticipato a 4 mesi di vita. Ma è importante non iniziare mai prima dei 4 mesi a causa l’immaturità intestinale dei bambini. Il processo di svezzamento durerà fino al 2° anno di età, quando cesserà anche l’allattamento.

Riguardo lo svezzamento abbiamo due tipologie di approcci:
  • Lo svezzamento tradizionale
  • L’autosvezzamento
Vediamo assieme su cosa si basano questi approcci e quali sono le differenze “pratiche”.


LO SVEZZAMENTO TRADIZIONALE
Nello svezzamento tradizionale il passaggio dal latte ai cibi solidi o semisolidi avviene seguendo uno schema che regola le modalità di introduzione dei singoli alimenti e le quantità orientative per gruppo alimentare da somministrare a ciascun pasto.

In questo tipo di svezzamento l’adulto aiuta i bimbo ad introdurre i cibi in bocca con il cucchiaino, cibi che in genere si riducono alla cosiddetta “pappa” (preparata in casa o acquistata già pronta), la frutta frullata o omogeneizzata e qualche assaggio di verdure cotte.

In genere lo svezzamento tradizionale prevede orari fissi per i pasti del bambino, che di solito per praticità mangia prima dei genitori. Questo approccio è preferito da chi non può, per diversi motivi, fare dei pasti in tranquillità seduto a tavola o da chi segue un’alimentazione non del tutto equilibrata.


L’AUTOSVEZZAMENTO
Il termine autosvezzamento indica la cosiddetta “alimentazione complementare a richiesta”. Questo approccio prevede un coinvolgimento in prima persona del bambino che, seduto sul seggiolone a tavola accanto ai genitori, dimostra interesse nei confronti del cibo consumato dagli adulti, allungando ad esempio la manina o chiedendo - a modo suo -  di “assaggiare” quello che vede in tavola.

Il piccolo ha così l’occasione di sperimentare col cibo: metterlo in bocca, manipolarlo, annusarlo, masticarlo con le gengive o i primi dentini, ingoiarlo o sputacchiarlo. Se questo coinvolgimento si ripete tutti i giorni e per tutti i pasti il piccolo in maniera attiva e partecipata arriverà entro l’anno ad autosvezzarsi e quindi ad avere un’alimentazione simile a quella della sua famiglia.

Va da sé che la famiglia dovrà seguire un’alimentazione sana ed equilibrata: lo svezzamento dei bimbi è spesso un’occasione per rivedere, in meglio, le proprie abitudini alimentari. In questo tipo di approccio ci sono due fattori importantissimi:

  • La varietà dei cibi: i cibi in tavola dovranno appartenere a tutti i gruppi alimentari, ovvero carni, pesce e uova; latte latticini; cereali e tuberi; legumi; grassi di condimento; ortaggi e frutta, in modo analogo alla varietà di principi nutritivi proposta con lo svezzamento tradizionale. Non esagerare con il sale e con gli zuccheri per non abituare le papille gustative dei piccoli.
  • La modalità di presentazione: tutti i cibi, sia cotti che crudi, dovranno essere tagliati o resi a misura di bambino, in modo che possa manipolarli, metterli in bocca, masticare e deglutirli in totale sicurezza.


Di positivo per la famiglia c’è che si cucina una volta sola per tutti. “Basta poco per avviare con successo l'auto svezzamento: il segreto è avere fiducia nelle capacità di autoregolazione dei bambini”.

L'autosvezzamento non è una moda passeggera: in realtà è un approccio che esisteva da molto prima degli schemi di svezzamento “tradizionali”.


SVEZZAMENTO: COME INTRODURRE I CIBI
In entrambi i tipi di svezzamento vale la regola di introdurre gli alimenti con gradualità, uno o comunque pochi per volta. Questo è importante per identificare eventuali intolleranze e/o allergie alimentari.

Nel caso si verifichino allergie agli alimenti, è molto importante parlarne subito con il pediatra.

Se si è iniziato con lo svezzamento tradizionale e vediamo che il piccolo è attratto dal nostro cibo, niente vieta che si possa passare all’altra modalità di svezzamento.


Fonte: Uppa.it